Addebito CMOR in bolletta: cos’è e quando si applica
Se ti è capitato di leggere una bolletta e notare un misterioso importo chiamato “corrispettivo CMOR” senza sapere che cosa fosse, sei nel posto giusto.
Ma che cos’è esattamente? È un errore? È legittimo? E soprattutto: è giusto pagarlo?
Questa pratica ha generato dubbi e proteste tra i consumatori, spesso ignari del significato di questo addebito e dei motivi che lo giustificano.
In questo articolo scopriremo insieme che cos’è davvero il CMOR, quando può essere addebitato, come riconoscerlo in bolletta e quali passi intraprendere se pensi sia stato applicato ingiustamente. Una guida completa per evitare brutte sorprese, e per non pagare ciò che non devi.
Che cos’è il corrispettivo CMOR
Il corrispettivo CMOR è disciplinato dall’Allegato A alla Deliberazione 593/2017/R/com di ARERA, in cui vengono individuati il metodo di calcolo e le condizioni di applicazione. È un importo addebitato in bolletta dal nuovo fornitore a favore della precedente società di vendita di energia elettrica o gas, relativo alle somme non corrisposte a quest’ultima dal cliente finale.
Perché viene addebitato
Il corrispettivo CMOR è stato introdotto per contrastare un fenomeno sempre più diffuso nel mercato libero dell’energia: il cosiddetto “turismo energetico”. Si tratta della pratica, da parte di alcuni utenti, di cambiare frequentemente fornitore per evitare di saldare i debiti accumulati con quello precedente. In altre parole, si cambia gestore lasciando bollette non pagate alle spalle.
Per evitare che ciò accada, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha previsto un sistema che consente al vecchio fornitore di recuperare i crediti residui attraverso il nuovo gestore. Da qui nasce il CMOR: una sorta di “recupero crediti regolamentato”, pensato per tutelare le aziende energetiche e garantire l’equilibrio del sistema.
Quando può essere applicato e come viene calcolato
Il Testo Integrato del sistema indennitario (TISIND), prevede il riconoscimento dell’indennizzo facendo riferimento a forniture Power in bassa e media tensione e a clienti Gas domestici, condomini uso domestico con consumi fino a 200000 Smc /anno e usi diversi fino a 50000 Smc /anno. All’art. 2.2 fa inoltre riferimento al credito relativo a fatture dei consumi e oneri degli ultimi 5 mesi precedenti la data di switch out e si applica
La richiesta da parte del Fornitore Uscente può esser effettuata decorsi 6 mesi dalla data di switch out ed entro la fine del dodicesimo mese successivo alla tale data, oltre a rispettare le condizioni previste dall’art. 4.1 del TISIND:
- Il credito è maturato verso tipologia di clienti previsti dal TISIND
- Il cliente è stato costituito in mora e informato della possibile applicazione dell’indennizzo
- Il cliente non ha provveduto al pagamento nei termini previsti
- Sono stati rispettati gli obblighi relativi alla cessazione del contratto
- Il credito non si riferisce a ricostruzione consumi
- È stata fornita risposta motivata a reclami e siano stati erogati gli indennizzi dovuti
- Il valore dell’indennizzo è superiore a 10 €
Il valore dell’indennizzo, inoltre, non può essere superiore al credito maturato negli ultimi cinque mesi di fornitura (articolo 5.1).
Il Sistema Informativo Integrato – SII, passati 7 mesi dall’accettazione della richiesta, provvederà alla notifica al distributore che applicherà al Fornitore Entrante il corrispettivo CMOR. Quest’ultimo, a sua volta, ribalterà tale addebito sulla prima fattura utile del Cliente.
Dove si trova in bolletta
Quando viene addebitato, il corrispettivo CMOR compare direttamente nella bolletta del nuovo fornitore, anche se fa riferimento a un debito maturato con il precedente. Per questo motivo, molti utenti si trovano spiazzati, non riuscendo a capire da dove provenga quell’importo o perché sia stato inserito.
Per individuarlo, è importante sapere dove guardare: il CMOR è presente nello scontrino dell’energia tra gli Altri oneri (scorporato dalla quota consumi, quota fissa e potenza) e specificato nel dettaglio della fattura reperibile tramite il QR code e l’URL riportati in bolletta.
Cosa fare se lo ricevi
Ricevere un addebito CMOR in bolletta può generare confusione e preoccupazione, soprattutto se non si è a conoscenza di debiti pregressi o se si è certi di aver pagato tutte le bollette. Ma niente panico: hai tutto il diritto di verificare, richiedere spiegazioni e – se necessario – contestare l’addebito.
La prima cosa da fare è controllare la documentazione in tuo possesso: verifica se ci sono bollette non pagate ai vecchi fornitori e cerca eventuali comunicazioni di messa in mora. Se l’importo riguardasse insoluti saldati o per i quali è presente un accordo per il saldo, è necessario rivolgersi al precedente fornitore perchè attivi l’annullamento del Cmor, affinché il Nuovo Gestore riceva dal distributore lo storno che a sua volta accrediterà nella prima bolletta utili al cliente finale.
Come tutelarsi in futuro
Per evitare di ritrovarsi con un addebito CMOR inaspettato, è fondamentale adottare alcune buone pratiche prima di cambiare fornitore. Anche se il passaggio a un nuovo operatore è un tuo diritto, questo non ti esonera dal saldare i conti in sospeso con quello precedente. Ecco cosa puoi fare per tutelarti e non avere sorprese in bolletta.
1. Controlla lo stato dei pagamenti
Verifica attentamente di aver pagato tutte le bollette e gli eventuali conguagli del tuo attuale fornitore. Se usi l’addebito bancario, controlla anche che non ci siano stati rifiuti o anomalie nei pagamenti.
2. Conserva ricevute e comunicazioni
Custodisci tutte le ricevute di pagamento, le comunicazioni di chiusura e le eventuali e-mail o lettere inviate dal fornitore. Questi documenti possono rivelarsi fondamentali per difenderti da un CMOR illegittimo.
3. Rivolgiti a sportelli o associazioni
In caso di dubbi, non esitare a contattare il Nuovo Fornitore per specifiche sulla bolletta e per informazioni su come procedere.
Nel caso in cui ci fosse un addebito non dovuto e il Vecchio Fornitore non desse riscontro, rivolgiti allo Sportello per il Consumatore di ARERA, o una delle tante associazioni di tutela dei consumatori: sapranno guidarti nei passaggi corretti.
Seguendo questi semplici consigli, potrai evitare spiacevoli sorprese e affrontare con più serenità il passaggio da un fornitore all’altro, sapendo di aver chiuso ogni contenzioso nel modo più corretto e trasparente possibile.
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